Strade Bianche 2025, Tom Pidcock: “Siamo qui per provare a vincere, non penso sia giusto rassegnarsi al 2° posto”

Tom Pidcock punta al massimo risultato alla Strade Bianche 2025. Pur consapevole che la presenza al via di Tadej Pogacar (UAE Team Emirates XRG) rende molto più complicato lottare per la vittoria finale, il corridore della Q36.5 Pro Cycling non è disposto ad accontentarsi del secondo posto e proverà a giocarsela fino in fondo per cercare di ripetere il successo di due anni fa. Il 25enne britannico spera che l’ottima condizione mostrata nelle prime uscite stagionali, nelle quali ha conquistato quattro successi, possa permettergli di riuscire a seguire il campione del mondo quando questi attaccherà

“Conosco bene la corsa, l’ho fatta diverse volte – ha dichiarato Pidcock ai nostri microfoni – Siamo qui per provare a vincere. È una gara prevedibile perché c’è Tadej al via, la sua squadra correrà solo per lui e faranno un ritmo importante. Non puoi davvero provare a fare altro in questa situazione, o segui o non lo fai. Se puoi seguire sei in gioco, ma questo è ciò per cui sono qui e quello che voglio fare. Non penso sia giusto rassegnarsi al secondo posto o a qualsiasi altro risultato. Penso certamente di essere in ottima forma, quindi ho fiducia che posso giocarmela”.

Per il 25enne non sarà neppure facile tentare qualcosa in discesa, dove con le sue abilità potrebbe mettere un po’ più in difficoltà Pogacar: “Non ci sono discese vicino al traguardo, mentre nel resto del percorso dove vuoi andare con ancora 100 chilometri da fare?“, ha ammesso Pidcock. L’attacco da lontano potrebbe invece essere nelle corde del campione del mondo: “Vedremo, naturalmente sappiamo cosa succederà, ci sarà un ritmo duro, la gara sarà già al limite e poi Tadej vorrà attaccare e si sa che vuole vincere, vuole conquistare la terza vittoria ed eguagliare il record e non ha intenzione di rischiare, quindi quando sarà il momento lo farà, presumo”.

Il britannico ha infine analizzato i cambiamenti di percorso, che tuttavia non induriscono il finale: “L’anno scorso, con i chilometri extra, ho pensato che forse la gara si sarebbe accesa più tardi, ma la parte più difficile della gara è prima e questo cambia un po’ la dinamica di gara. Il finale non è così difficile, rispetto alla parte centrale“, ha concluso il corridore della Q36.5.

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